Per sentire bisogna voler ascoltare
-Quante volte lo abbiamo sentito dire: "non c'è sordo più sordo di chi non vuol sentire". La saggezza popolare affonda le radici in generazioni di esperienza. Riscontrarne la puntuale esattezza è alla portata di tutti. Anche per questo diffusissimo detto non c'è eccezione. Riusciamo ad "ascoltare" solo quello che ci serve, quello che ci mette in grado di mantenere il controllo; una sensazione che gli psicologi chiamano "zona comfort"; in pratica molti preferiscono non ascoltare l'istinto che chiederebbe scomode spiegazioni, dure prese di posizione, o faticose iniziative. Tanto è il timore del cambiamento, che essi preferiscono rimanere in mezzo ai soliti guai quotidiani, piuttosto che rischiare un salto nel buio, ancorché istintivamente attraente. Per difendere il loro disagio trovano tutte le giustificazioni possibili, e mettono in campo abilità insospettabili nel farlo, riuscendo a convincersi quasi perfettamente. Colonne portanti della "confortevole roccaforte" sono l'educazione, la scuola, le religioni, la società in cui ci muoviamo, il periodo storico, la morale, e via dicendo. Ma senza qualche pazzo visionario che un giorno ha deciso ascoltare il suo suggeritore interiore, molto di quello che oggi è cosa comune, non esisterebbe. E guarda caso Einstein pare fosse un disastro a scuola, Volta, Marconi, Pasteur, Di Bella o Bach (Edward) ebbero non pochi problemi a farsi ascoltare, ma anche S. Francesco o S. Benedetto, piuttosto che Maometto, Padre Pio o Steve Jobs, a loro modo infransero regole sistemi che li estromisero talvolta con ferocia dalla società convenzionale del tempo, etichettandoli come pazzi, pericolosi farneticanti o più semplicemente "cattive compagnie". Questi sono solo alcuni esempi, ma potrei continuare per pagine intere, sono sicuro che anche voi avete provato almeno una volta questa sensazione, subito soffocata. Spesso sappiamo a pelle qual'é la cosa giusta da fare, ma se questa non è quello che i modelli comportamentali impongono, pochi hanno il coraggio di ascoltare l'istinto e proseguire su quella strada. Oggi ci muoviamo in una società piena di compromessi, di apparenza; stereotipi pilotati dalle lobby commerciali e politiche che producono giornalmente esempi a loro convenienti da innalzare a modelli di vita attraverso i media sempre più invadenti. Per quel che può servire, modestamente consiglio una seria riflessione su questo argomento, perché il nostro tempo non è infinito, e anche senza scomodare santi o eroi, ogniuno di noi può cambiare le cose con semplicità e soddisfazione, trasformandosi da spettatore ad attore, e come si dice: "non è mai troppo tardi"...