La “primo vere (ver veris)”: inconscio dell’umanità.
La Primavera. In leggende e miti antichissimi, si possono trovare tracce di questo particolare periodo descritto sempre come un mistico equilibrio di benefiche e vitali energie universali o cosmiche, in grado di stimolare qualunque aspetto della vita sul nostro pianeta. Un impeto irrefrenabile di rinnovamento, un ciclico, colorato e luminoso perpetuo inizio. Che lo si percepisca dagli scritti di innumerevoli poeti, dai semplici canti o dalle composizioni musicali più complesse e solenni di illustri compositori, piuttosto che da raffigurazioni pittoriche e scultoree sparse ovunque nel mondo, questo anelito ancestrale pare emergere prepotentemente da qualcosa di presente nell’inconscio dell’essere umano, quasi ne fosse un’ essenza indispensabile. Celebrazioni e riti propiziatori ispirati a questa incontenibile energia di amore e procreazione guidata dal miracoloso risveglio della natura, così intimamente legata ad una profonda volontà di rinascita, sono presenti con intenti e significati differenti in tutte le culture del nostro pianeta. Nell’antico Egitto sembra avere i natali la più antica festa di primavera scoperta dagli storici, risalente, pare, ad oltre quattromila e settecento anni or sono con il nome di “Sham El Nessim”, che tradotto potrebbe suonare come “Fiutare il vento”. Da qui sembra partire l’offerta alle divinità di pesci salati, prodotti dell’agricoltura e le uova. Particolare valore veniva dato fin dall’antichità egizia a queste ultime, intese come simbolo principale della rinascita legata al mito della Fenice. L’Uccello di fuoco, che secondo la leggenda, costruiva con rarissime erbe e spezie pregiate un nido a forma di uovo dove infine si adagiava, lasciandosi ardere dai raggi del Sole. Dalle sue ceneri rimaneva ancora un uovo dal quale, dopo tre giorni, una Fenice prendeva nuovamente vita come simbolo dell’amore universale effuso in tutto e tutti, che genera con dovizia e senza esclusioni ogni cosa. Proprio come le stesse simboliche uova “rimbalzate” sorprendentemente incolumi nei secoli in molte culture, non esclusa l’odierna tradizione cristiana, nel simbolo pasquale della resurrezione di Cristo. Tradizioni a parte, come retaggio antico tutti sentiamo questo desiderio di rinnovamento nel periodo della primavera, ed il modo per attingere appieno alle favorevoli condizioni che la natura sospinge da sempre con vigore nei mesi della rinascita, ci viene suggerito anche qui da molte dottrine e scuole di pensiero. Una delle più articolate e probabilmente antiche, è nota con il nome di Feng Shui. Per la tradizione cinese e orientale in genere, la Primavera è considerata l’inizio dell’anno. Da qui parte il corso ciclico della natura e con questo, tutto il complesso di eventi compresi tra “Cielo e Terra”, nella veste simbolica di rapporto tra spiritualità e materia. Allinearsi con l’armonia generata da queste due entità da cui tutto proviene, secondo il Feng Shui, è per l'uomo il solo modo di avere una vita serena e piena, dove si è sempre più in simbiosi con il nutrimento necessario al corpo, alla mente ed allo spirito, nel trascorrere inesorabile del tempo che ci separa dalla nostra rinascita. Alla base anche in questo caso, semplici azioni e comportamenti quotidiani legati al conformarsi con il mutare mai uguale delle stagioni, riavvicinano l’uomo alla primeva appartenenza ad una comunione e ad un equilibrio universale che sembra proprio mancarci tanto, e che sarebbe oggi più che mai opportuno ritrovare, rispecchiando così l’ancestrale desiderio inconscio dell’umanità.
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